In realtà sono banalmente io la ruggine, i graffi

Paolo Mezzadri si racconta, tra ferro e polvere.

“Gli incontri più insoliti sono spesso quelli che ci arricchiscono di più. E’ quello che mi sta accadendo da quando seguo il lavoro ed il diletto di Paolo Mezzadri. Il piacevole osservare e disquisire sul suo operato, si contrappone ad una grande e personale difficoltà, quella di riuscire a catalogarlo.
Molte sono le definizioni che mi verrebbero in mente: tutte vanno bene, tutte sono limitanti.
Artigiano del ferro, artista del metallo, poeta della materia.
Quel che è certo è che Paolo lavora il ferro con grande maestria, partendo da pezzi di scarto, raccontando la storia di ogni pezzo e cambiandone il destino trasformandolo in un’opera, in un oggetto. E tutto questo lo fa accompagnando ed affiancando il suo lavoro a pensieri, fotografie e parole capaci di offrire suggestioni ed emozioni tali da far percepire viva ogni sua opera, quasi che questa fosse capace di movimento e parola.

Non preoccupatevi quindi se leggerete Paolo tutto d’un fiato. Non è un errore ma una precisa scelta di Paolo, più avanti scoprirete il motivo…”

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